(UNA POESIA D’OCCASIONE)
Nella mia casa il bandolo della guerra
ha raffilato le generazioni con un cucitoio di ferro:
il fratello di mia madre morì sul Carso,
suo figlio a Stalingrado.
Quando, bambina, alzai gli occhi su un uomo
per la prima volta, e lui mi sorrise –
quello fu l’istante che vaglia:
fra le mie piccole mani rimase, per la vita,
un fazzoletto rosso squarciato dalla mitraglia.
La guerra: un cirro di sei lettere.
Una parola arrotata sulla cote.
Una spola che castiga la tela fin dall’incannatura.
Si spacchi il cirro, crepi la cote – in frantumi la spola!
A spazzare i cocci per l’anima in fiamme
è puro scherno la ramazza di una bandiera.
Si ribalti il tumulto del Calvario
nell’ordine dei nuovi cieli promessi!
Scrosci la luce dell’Ultima Sera!
Come il fumo della fornace
allora, forse, dilagherà la pace.
Curzia Ferrari